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Sos clima, dall'Italia l'ultima chiamata ai governi

Convegno internazionale a Roma

11 settembre, 12:43
Emissioni di gas serra Emissioni di gas serra

Sos clima: arriva dall'Italia l'ultima chiamata ai big del Pianeta per un accordo serio sulla riduzione dei gas ad effetto serra. "Gli impegni dei governi sono ancora insufficienti" per contenere entro i due gradi il riscaldamento globale e "i tempi sono stretti" in vista della conferenza mondiale sul clima (Cop21) di fine anno a Parigi. Il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Edo Ronchi, lancia un avvertimento ma è convinto che "la crisi climatica può ancora essere vinta, a patto che si superi la sindrome del 'passo del gambero', una gara a chi resta più indietro, pensando di poter sfruttare i benefici della riduzione delle emissioni di gas serra, realizzate però da altri".

Per questo con la Fondazione che presiede ha promosso il convegno internazionale 'Giustizia ambientale e cambiamenti climatici - verso Parigi 2015' con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari e la collaborazione di Poste italiane, che si tiene fino all'11 settembre a Roma, che diventa la Capitale mondiale del dibattito sul clima prima dell'ultimo appuntamento dei governi a Parigi, dove è necessario raggiungere un accordo all'altezza della sfida. Al convegno parteciperanno alcuni dei più importanti esperti mondiali del settore. E' prevista la presenza del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, del card. Oscar Andres Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucicalpa, di Francesco Caio, amministratore delegato Poste Italiane, e di Achim Steiner, direttore Esecutivo dell'UNEP. I lavori si concluderanno con l'Udienza di Papa Francesco dedicata al tema della crisi climatica.

Il convegno è l'occasione per fare "un bilancio scientifico con alcuni dei più importanti esperti mondiali del settore, prima dell'ultimo appuntamento dei governi in vista della conferenza di Parigi, dove è necessario raggiungere un accordo all'altezza della sfida. Sappiamo tutto sui cambiamenti climatici, che l'aumento delle emissioni è diretto ad esiti drammatici e come intervenire. Sta ora ai governi, in particolare di Cina, Usa e Ue (responsabili del 60% delle emissioni mondiali) impegnarsi per una convergenza pro capite nell'ottica di una maggiore giustizia ambientale". Ronchi ha spiegato che bisogna fermare l'aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera a 450 parti per milione, oggi siamo a 400. Il budget totale di immissioni di CO2 in atmosfera è di 3mila miliardi di tonnellate e ne mancano solo mille miliardi.

Padre Augusto Chendi, sottosegretario del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari-Pastorale della Salute, auspica che l'Enciclica Laudato Si' di Papa Francesco "possa aprire uno squarcio in queste problematiche" legate ai cambiamenti climatici "che riguardano l'uguaglianza, e che possa coinvolgere la coscienza dei credenti". E rileva che la soluzione indicata anche dall'Enciclica è "nel superamento della logica del calcolo economico e nel dare la priorità alla dignità della persona a cui il Creato è stato dato in custodia. Bisogna rendere attenti credenti e non credenti a custodire ed amministrare il Creato". Le ricadute "pesanti e a volte nefaste sulla salute - ha aggiunto - sono ormai note, per i singoli e livello globale, nelle regioni più sviluppate e per le popolazioni più fragili, nelle aree remote del mondo e di conflitto".

Anche il ruolo delle imprese è importante nell'abbattimento della febbre del Pianeta. La Green Strategy ha un ruolo centrale nel piano industriale di Poste Italiane e si declina nel quadro più ampio della tutela dell'ambiente e del territorio, e nei principi di inclusione, di coesione sociale, innovazione e digitalizzazione, il tutto coniugato con l'aspetto economico dell'impresa. "Un'impresa responsabile - ha spiegato l'amministratore delegato, Francesco Caio alla presentazione del convegno internazionale - definisce le proprie strategie di business prendendosi carico anche di aspetti che fino a qualche tempo fa si pensava demandati alle istituzioni pubbliche: ad esempio, la qualità del lavoro e del benessere dei propri dipendenti, ma anche la ricerca di una maggiore coesione e inclusione sociale, così come un maggiore rispetto per l'ambiente. L'economia della sostenibilità, ossia la Green Economy, contiene una forte componente di tipo ambientale ma anche una forte componente economico-sociale. In previsione della Conferenza Internazionale di Parigi - ha aggiunto Caio - siamo consapevoli dell'importanza della sfida dello sviluppo sostenibile e intendiamo fare la nostra parte per la tutela delle future generazioni".

Il piano industriale di Poste, sulla base del quale l'azienda è avviata verso la quotazione in Borsa, mira ad una significativa crescita puntando ad una forte innovazione nei suoi settori chiave della logistica, dei pagamenti e del risparmio e ha come suo principale obiettivo quello di accompagnare cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione verso la nuova economia digitale. Sul versante ambientale, Poste ha "avviato programmi concreti per ridurre l'impatto ambientale della sue attività. Ad oggi, i principali risultati, che rappresentano la base sulla quale si sta lavorando nel settore del Green Strategy, vanno verso la riduzione del 17% delle emissioni del gas serra tra il 2010 e il 2014. Poste possiede oltre mille veicoli elettrici, la flotta più grande d'Italia - ha rilevato Caio - e una serie di iniziative di mobility management tra le più avanzate, che consentono di risparmiare ogni anno 8 mila tonnellate di CO2".


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