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Diritto all'acqua 'entri nelle Costituzioni'

Festival organizzato da Utilitalia

08 ottobre, 17:29
Diritto all'acqua 'entri nelle Costituzioni' Diritto all'acqua 'entri nelle Costituzioni'

MILANO - "E' necessario che il diritto all'acqua entri nelle Costituzioni. C'è infatti una crescita di attenzione sulle problematiche legate all'acqua ma servono strumenti più cogenti". Lo ha detto Walter Mazzitti, esperto sul tema per l'Unione del Mediterraneo, intervenendo alla tavola rotonda su 'Acqua per lo sviluppo del pianeta', alla prima giornata del Festival dell'Acqua organizzato a Milano da Utilitalia.
Per Mazzitti, la Carta di Milano sviluppata in occasione di Expo "è uno strumento straordinario. Dovremmo fare anche una Carta dell'acqua a livello mondiale. Ma se questi impegni non diventano leggi rischiano di restare strumenti culturali senza una grande efficacia". La Carta di Milano, come ha ricordato Salvatore Veca, di Fondazione Feltrinelli e coordinatore del gruppo di lavoro che ha dato vita al documento che sarà consegnato il 16 ottobre al segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, "grazie al milione di firme raccolte e a molti allegati, tra cui uno proprio sul ruolo dell'acqua nello sviluppo sostenibile del pianeta, può camminare sulle sue gambe e rappresentare un termine di partenza".
E di rapporto tra acqua e lascito di Expo ha parlato anche il presidente di Mm (società che gestisce il sistema idrico a Milano) Davide Corritore, sostenendo che "questo tema deve essere parte dell'eredità" dell'evento e proponendo di puntare a "sensibilizzare le nuove generazioni, promuovere la diffusione dei saperi, costruire i big data dell'acqua e mettere a disposizione di tutti le informazioni principali su tecnologie, politiche attive, best practices".
Sul ruolo che le aziende del settore possono svolgere nel campo della cooperazione internazionale per lo sviluppo, Mauro D'Ascenzi, vicepresidente di Utilitalia, ha sottolineato che "l'industria dell'acqua deve mettersi a disposizione e non deve essere tenuta fuori, perché è l'unico strumento che ha le tecnologie e le risorse" per affrontare il problema. "Abbiamo l'urgenza di affrontare il problema dell'accesso all'acqua - ha concluso Paolo Venier, della Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo della Farnesina - perché il diritto all'acqua non è ancora pienamente affermato e per riuscirci manca ancora consapevolezza".

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