L'India - terzo inquinatore al mondo dopo Usa e Cina - ha promesso a ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 33-35% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005, innanzitutto aumentando al 40% la quota di elettricità generata da fonti diverse dai combustibili fossili come carbone e gas. L'India è stato l'ultimo fra i grandi inquinatori a presentare il piano di riduzione di CO2 entro il termine del primo ottobre fissato dalle Nazioni Unite in vista della conferenza mondiale sul clima di dicembre a Parigi.

"Ogni nostra azione sarà più pulita di quanto fosse prima", ha detto il ministro indiano dell'Ambiente Prakash Javadekar, assicurando che tradizioni e cultura indiani sono già "un tutt'uno con la natura".

Il ministro ha spiegato che l'India - grande inquinatore dopo Usa e Cina - è stata l'ultima grande economia a rendere noto il piano di riduzione di gas a effetto serra in vista dell'accordo sul clima atteso per fine anno a Parigi, per far coincidere la presentazione con la festa che celebra il compleanno del Mahatma Gandhi, che era un ambientalista convinto.

L'India ha promesso anche grandi sforzi di riforestazione, in modo da poter assorbire fino a 3 miliardi di tonnellate di anidride carbonica entro il 2030, ed ha redatto piani di adattamento ai cambiamenti meteo e delle temperature.

Le fonti rinnovabili rappresentano oggi circa il 30% - metà energia solare ed eolica e l'altra metà grandi centrali idroelettriche e nucleari. Nononostante una forte spinta alle energie pulite, l'India prevede di espandere le centrali a carbone (la principale fonte di emissioni) per soddisfare il proprio fabbisogno energetico.

Sono 146 in totale i Paesi che hanno presentato impegni di riduzione di CO2, pari all'87% del totale delle emissioni di carbonio.