Percorso:ANSA > Ambiente&Energia > Rifiuti & Inquinamento > Acidificazione oceani causò la più grossa estinzione di massa

Acidificazione oceani causò la più grossa estinzione di massa

250 milioni anni fa via 90% specie marine

10 aprile, 20:16
Acidificazione oceani causò la più grossa estinzione di massa Acidificazione oceani causò la più grossa estinzione di massa

di Stefania Passarella
C'è la 'firma' dell'acidificazione degli oceani - ossia il cambiamento chimico delle acque del globo per un maggiore assorbimento di anidride carbonica - nella maggiore estinzione di massa del globo, verificatasi 252 milioni di anni fa. Furono spazzati via il 90% delle specie marine allora esistenti e più dei due terzi della fauna terrestre. Lo suggerisce uno studio coordinato dall'Università di Edimburgo, pubblicato su Science, secondo il quale l'improvvisa acidificazione delle acque fu scatenata dall'estrema attività vulcanica della Terra. Ed è la prima ricerca a mostrare il nesso fra l'estinzione di massa e l'acidificazione degli oceani.

La composizione chimica delle acque degli oceani, spiegano gli scienziati, cambiò in seguito all'assorbimento di grosse quantità di anidride carbonica sprigionata da violente eruzioni nella regione vulcanica siberiana. La maxi estinzione ebbe luogo tra il Permiano e il Triassico in un periodo di circa 60mila anni, mentre l'acidificazione degli oceani si protrasse per un lasso di tempo di 10mila anni e fu in pratica il fattore trainante della fase più mortale dell'estinzione. Il colpo di grazia a un ecosistema già instabile, spiegano i ricercatori, con conseguenze per la vita sulla Terra che furono senza mezzi termini catastrofiche.

Gli studiosi sono giunti a tale ipotesi analizzando alcune formazioni calcaree negli Emirati Arabi Uniti, pareti formatesi 250 milioni di anni fa ma sommerse dalle acque al largo del supercontinente Pangea. L'analisi delle rocce non solo ha rivelato tracce della passata acidificazione delle acque ma suggerisce anche che il ritmo del fenomeno era molto più lento di quello attuale: 2,4 gigatonnellate di carbonio immesse ogni anno nell'atmosfera contro i 10 attuali. Anche se la quantità totale di carbonio rilasciata fu nettamente superiore a quella potenzialmente disponibile oggi, la scoperta rappresenta comunque un grosso monito per l'epoca contemporanea: le emissioni odierne di CO2 nell'atmosfera e il conseguente assorbimento da parte degli oceani potrebbe portare a un'acidificazione delle acque perfino più veloce di quella che si verificò 250 milioni di anni fa. Con conseguenze tutt'altro che rassicuranti: a rischio ci sono pesci, coralli e interi ecosistemi marini fondamentali anche per l'alimentazione degli uomini.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA