Il Giappone ha riattivato il secondo reattore nucleare in base alle nuove e stringenti norme sulla sicurezza varate dopo il disastro di Fukushima di marzo 2011: si tratta dell'unità n.2 della centrale di Sendai, nella prefettura meridionale di Kagoshima, gestita da Kyushu Electric Power.

Appena due mesi fa, sempre presso la stessa struttura, è stata riavviata l'unità n.1 che ha interrotto il fermo totale di quasi due anni dell'atomo a uso civile deciso a causa dei timori collegati alla sicurezza. "Non vi sono cambiamenti nei piani del governo sul nucleare in merito al riutilizzo dei reattori che hanno ricevuto il via libera dall'Authority nel rispetto delle normative più recenti e più severe al mondo", ha affermato il portavoce Yoshihide Suga, nella conferenza stampa quotidiana.

L'esecutivo del premier Shinzo Abe ha stimato nel 20-22% l'apporto del nucleare alla fornitura di energia elettrica totale del Paese al 2030, in calo rispetto al 30% toccato prima della crisi di Fukushima. Il mix energetico ha però trovato la dura opposizione della maggioranza dei giapponesi (i sondaggi rimarcano i contrari oltre il 60%) e delle popolazioni residenti intorno agli impianti: anche oggi, un centinaio di attivisti anti-atomo ha manifestato di fronte alla centrale di Sendai, nella città di Satsumasendai, chiedendo lo stop immediato delle operazioni.