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Hillary contro Obama, no trivellazioni in Artico

Contesta via libera amministrazione, 'E' tesoro unico'

19 agosto, 17:22
Hillary contro Obama, no trivellazioni in Artico Hillary contro Obama, no trivellazioni in Artico

La regione artica dell'Alaska ''e' un tesoro unico. Le trivellazioni non sono un rischio che vale la pena correre''. E' sull'ambiente che sembra spaccarsi il fronte Hillary-Obama. La candidata per la nomination democratica nella corsa alla Casa Bianca 'contesta' di fatto cosi' la recente decisione dell'amministrazione americana di dare il via libera alle trivellazioni nell'oceano al largo dell'Alaska nord-occidentale superando la dura opposizione e le proteste dei gruppi ambientalisti. L'OK e' giunto ieri dall'agenzia federale competente e riguarda in particolare le attivita' di Shell per l'estrazione di greggio nella zona al centro di un duro braccio di ferro con le organizzazioni ambientaliste che ritengono tali interventi particolarmente dannosi per la fauna locale, che comprende anche specie animali a rischio estinzione, gia' provate dalle conseguenze dei cambiamenti climatici. Ma l'organo di controllo designato ha sostenuto il via libera finale alla luce delle garanzie fornite dal gigante petrolifero in tema di protezione ambientale e capacita' di prevenzione e intervento in caso di rischi. E per l'amministrazione Obama il caso e' chiuso: si trivella. A riaprirlo pero', riaccendendo il dibattito anche tra i contendenti nella campagna in vista delle presidenziali, e' un tweet di Hillary Clinton che definisce la regione un "tesoro unico" affermando che "alla luce di quello che sappiamo, non vale la pena correre il rischio". Gli ambientalisti plaudono, la Casa Bianca meno. C'e' pero' un dato politico che mette in evidenza la stampa americana, notando la prima presa di posizione contraria ad Obama che Hillary prende da tempo. Una crepa in quel fronte che era sembrato compattarsi al punto da far intravedere (agli avversari della Clinton soprattutto) di un 'terzo mandato Obama' nella proposta elettorale della ex segretario di Stato. Hillary non si era infatti espressa sulla discussa proposta dell'oleodotto Keystone XL, cosi' come aveva evitato di essere esplicita nelle discussioni sull'accordo di libero scambio con il Pacifico tanto sostenuto da Obama. Qualche riserva l'aveva accennata all'inizio rispetto all'accordo sul nucleare iraniano per il quale pero' ha poi annunciato pieno sostegno. I repubblicani ci vanno a nozze: "Sbagliato!", risponde via Twitter il candidato repubblicano Jeb Bush: "Essere piu' anti energia di Obama e' estremo. Dovremmo abbracciare la rivoluzione energetica per abbassare i prezzi e creare posti di lavoro". Ma se una strategia c'e', guarda a sinistra. Hillary avra' valutato che sull'ambiente puo' tentare di accorciare le distanze con la sinistra del partito democratico che sempre piu' sembra intrigata dalla presenza nella corsa del senator del Vermont Bernie Sanders. E avere dalla sua anche il movimento ambientalista non guasta. Del resto Hillary ha gia' promesso di tenere alto nel suo manifesto il tema della lotta ai cambiamenti climatici. Su questo, proprio come Obama, che pero' non ha piu' molto tempo per un'azione vigorosa a riguardo contro il Congresso dominato dai repubblicani, che di cambiamenti climatici non ne vogliono sapere.

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