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Trivelle: Emiliano, no a ricerche per accontentare lobby

'Se necessario impugniamo decreto governo prima mio insediamento'

17 giugno, 18:58
Trivelle: Emiliano, no a ricerche per accontentare lobby Trivelle: Emiliano, no a ricerche per accontentare lobby

"In questo momento serve soprattutto ragionamento e un approccio scientifico alla decisione politica. Bisogna dimostrare a cosa servono queste trivellazioni. Perché se lo scopo è semplicemente accontentare qualche lobby, peraltro ancora sconosciuta e indeterminata, nella speranza che non lo trovi neanche il petrolio, a me sembra un modo non preciso di ragionare". Lo ha detto il neoeletto presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, oggi a Polignano (Bari), parlando con i cronisti a margine di un incontro interistituzionale sul tema delle trivellazioni.

Il 71% delle richieste di permessi per prospezioni di idrocarburi in mare riguarda la Puglia: è uno dei dati tecnici resi noti nell'incontro interistituzionale svoltosi a Polignano a Mare e convocato dal sindaco della cittadina, Domenico Vitto, per avviare una strategia comune contro le eventuali trivellazioni in Adriatico. Le tecniche adottate dalle multinazionali petrolifere per le ricerche sono geosismiche, spiega il Consiglio regionale della Puglia, e dunque "estremamente dannose per l'ambiente e la fauna sottomarina e marina: cannoni ad aria compressa sparano verso i fondali bolle a 250 decibel. Ancora ad un chilometro di distanza, l'intensità sonora si mantiene sui 150 decibel (120 possono causare negli uomini danni irreversibili)".

La probabilità di trovare idrocarburi, secondo i tecnici, è stimata intorno al 17%, mentre il petrolio adriatico è classificato col grado 9 della scala internazionale Api (fino a 25 è petrolio pesante, oltre 40 leggero). Mentre i petroli migliori sono particolarmente leggeri, quello sottomarino è molto 'pesante', perché si tratta di fanghiglia da raffinare all'estero per essere trasformata in risorsa di qualche utilità. Le torri petrolifere possono elevarsi dalle acque marine fino a 60 metri, visibili dalla costa; le più vicine sorgerebbero all'interno delle 12 miglia dal litorale. Nei primi anni Settanta, ha ricordato il presidente uscente del consiglio regionale pugliese, Onofrio Introna, l'Eni di Mattei aveva scartato gli idrocarburi dell'Adriatico perché troppo costoso estrarli, troppo scadenti e buoni al massimo per bitumare strade.

Ribadendo la decisione dei impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale il decreto del governo riguardante le trivellazioni in mare Adriatico, Emiliano ha detto che, "se l'avvocatura regionale giudicasse necessario procedere all'impugnativa anche prima del mio insediamento, col presidente Vendola abbiamo già determinato che questa cosa avverrà". "Capisco bene che i governi sono sottoposti a tante pressioni - ha proseguito - però penso che i parlamentari pugliesi, i parlamentari italiani in generale, debbano considerare che questa strada della ricerca del petrolio nel mar Mediterraneo è molto rischiosa. Perché si tratta di un mare centrale dal punto di vista strategico e culturale, e soprattutto che è un mare chiuso. Quindi è molto rischioso giocare con il petrolio nel Mediterraneo".

Emiliano ha sottolineato che noi "respingiamo l'idea che si possa trivellare il nostro mare e che si possa trovare il petrolio e utilizzarlo il modo da mettere a rischio la pesca, il turismo, la qualità delle acque. Noi pensiamo di andare verso un modello energetico diverso, non fondato sui combustibili fossili. Anche perché la Puglia dal punto di vista energetico è autosufficiente, e quindi non abbiamo bisogno di cercare altre fonti pericolose di combustibili fossili". A chi gli chiedeva se la battaglia contro le trivelle si sposterà a livello europeo, Emiliano ha riposto: "Innanzitutto dobbiamo tenere insieme tutti i popoli dell'Adriatico e, probabilmente, anche dello Ionio, che rischiano di trovarsi coinvolti in questa storia senza avere deciso né voluto queste trivellazioni". "Questo processo politico sarà un processo istituzionale - ha spiegato - nel quale noi ci muoveremo come Regione Puglia, senza considerare il fatto che a Roma c'è una maggioranza di governo certo diversa da quella che governa la Puglia che ha un modello diverso, ma rappresentando soprattutto gli interessi del territorio".

Decaro, nostro dovere difendere ricchezza mare
"Come cittadini e come rappresentanti delle istituzioni pugliesi è nostro dovere fare quanto è nelle nostre possibilità per difendere il nostro territorio e le sue ricchezze più grandi: tra queste c'è sicuramente il nostro mare". Lo ha detto il sindaco metropolitano di Bari, Antonio Decaro, commentando l'incontro di questa mattina svoltosi a Polignano a Mare con i rappresentanti delle istituzioni che hanno manifestato contro le trivellazioni al largo delle coste adriatiche. "Per quanto mi riguarda - ha aggiunto - mi impegno a rappresentare la voce dei pugliesi e della nostra terra che non può correre il rischio di vedere vanificati tutti gli sforzi fatti negli ultimi anni dalle amministrazioni locali per lo sviluppo delle nostre comunità e dell'economia turistica attraverso la tutela del nostro paesaggio". "Lo sconcerto e la memoria dell'incidente avvenuto cinque anni fa sulla piattaforma della British Petroleum nel golfo del Messico - conclude - è ancora troppo vivo in noi, anche solo per pensare ad una simile attività nel nostro mare".

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