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Da clima più caldo danni a 75% paesi del mondo
A pagare costo maggiore saranno Paesi più poveri
22 ottobre, 12:27 (ANSA) - ROMA, 22 OTT - Ogni grado in più sulla colonnina di
mercurio del termometro del pianeta danneggerà l'economia di tre
quarti dei Paesi del mondo e aumenterà il divario tra paesi
ricchi e poveri. A dirlo è uno studio condotto dalle università
di Stanford e Berkeley, e pubblicato su Nature, secondo cui se
il riscaldamento continuerà al ritmo attuale entro la fine del
secolo il reddito medio del pianeta scenderà del 23% rispetto a
quanto non sarebbe avvenuto in un mondo senza cambiamento
climatico.
Gli studiosi hanno studiato i dati economici e delle
temperature di oltre 160 Paesi tra il 1960 e il 2010, giungendo
alla conclusione che il picco della produttività delle attività
dell'uomo coincide con una temperatura media annua di 13 gradi.
Ma con un pianeta più caldo, sottolineano gli studiosi, i Paesi
sono destinati a diventare meno produttivi. Secondo i
ricercatori, a subire i danni maggiori del riscaldamento saranno
Africa, Asia, Sudamerica e Medio Oriente, aree dove la media
della colonnina di mercurio è già superiore alla temperatura
ideale per l'economia. Ma anche Paesi sulla media dei 13 gradi,
come Usa e Cina, con un clima più caldo potrebbero essere più
vulnerabili alle perdite economiche.
Paradossalmente, stati come Russia, Mongolia e Canada, avvicinandosi alla temperatura ottimale per la produttività economica, potrebbero invece trarre benefici dal riscaldamento.
Ma, avvertono gli studiosi, occorrerà confrontarsi anche con gli effetti collaterali di un clima più caldo, come i cambiamenti delle piogge e eventi climatici estremi. I ricercatori sottolineano che è ancora possibile rendere più mite la 'condanna' per l'economia mondiale: se i leader mondiali si impegneranno a realizzare gli impegni contro il cambiamento del clima, nel 2100 il costo del riscaldamento globale potrebbe fermarsi al 15% (e non più al 23%). (ANSA).
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Paradossalmente, stati come Russia, Mongolia e Canada, avvicinandosi alla temperatura ottimale per la produttività economica, potrebbero invece trarre benefici dal riscaldamento.
Ma, avvertono gli studiosi, occorrerà confrontarsi anche con gli effetti collaterali di un clima più caldo, come i cambiamenti delle piogge e eventi climatici estremi. I ricercatori sottolineano che è ancora possibile rendere più mite la 'condanna' per l'economia mondiale: se i leader mondiali si impegneranno a realizzare gli impegni contro il cambiamento del clima, nel 2100 il costo del riscaldamento globale potrebbe fermarsi al 15% (e non più al 23%). (ANSA).