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Nel cambiamento climatico le cause dell'ascesa Isis in Siria

Studio Usa, primo caso lega riscaldamento globale e conflitti

05 marzo, 21:03
In climate change cause ascesa Isis in Siria In climate change cause ascesa Isis in Siria

di Alessandra Baldini
Sarebbero nel cambiamento climatico le cause indirette dell'ascesa del Califfato Islamico in Siria: uno studio americano suggerisce che una prolungata siccita' attribuibile al global warming sia alle radici del conflitto che ha portato alla minaccia dell'Isis. Secondo la ricerca pubblicata sui Proceedings dell'Accademia Americana delle Scienze, il cambiamento del clima provocato dall'uomo ha contribuito a una assenza di piogge record che a sua volta ha portato al collasso delle regioni agricole della Siria del nord est spingendo i residenti di zone rurali dove 12 mila anni fa e' nata l'agricoltura a fuggire nelle citta' sovrappopolate dell'Ovest ad cui nel 2011 e' partita la rivolta contro il regime di Bashar al Assad.

Lo studio non argomenta che il cambiamento climatico sia la causa diretta di un conflitto che ha molte complesse radici: sostiene pero' che le conseguenze del global warming hanno reso la Siria piu' vulnerabile alla rivolta. "Tutte queste cose sono avvenute prima della rivolta, e' ragionevole presumere che abbiano contribuito", ha detto Colin Kelley, un geografo della University of California a Santa Barbara che ha contribuito alla ricerca.

I tre anni di siccità sono cominciati con l'inizio anticipato dell'inverno nel 2006. Combinata con una inadeguata politica delle acque e scelte economiche non sostenibili da parte del regime di Assad, l'assenza di piogge ha portato allo sradicamento di un milione e mezzo di contadini siriani che hanno lasciato case e campi e si sono trasferiti nelle citta' dell'Ovest. Nel 2008 il contributo dell'agricoltura al Pil della Siria era crollato dal 25 al 17 per cento di soli cinque anni prima: da esportatore, Damasco era a quel punto diventata importatore di grano. L'inurbamento a sua volta era avvenuto sulla scia dell'arrivo di un milione di profughi iracheni dopo il 2006, causando quello che Kelley ha definito "un enorme shock da sovrappopolazione" nei centri urbani investiti. Degli sfollati la maggior parte si era stabilita nelle periferie in condizioni abitative proibitive, con scarso accesso a elettricita' e acqua. Ovviamente e' difficile quantificare come ammettono gli stessi autori dello studio.

Il Pentagono ha da tempo considerato il "climate change" un "moltiplicatore di minaccia" in molte regioni del mondo, ma questo "e' il primo studio scientifico a sostenere che il cambiamento climatico provocato dall'uomo sta già alterando il rischio di disordini sociali e violenza su larga scala che potrebbero replicarsi altrove", ha osservato con il Los Angeles Times Solomon Hsiang, un esperto di Berkeley che ha studiato i dati che collegano clima e conflitti.

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