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Matt a 35 anni re slalom, Gross "mangiato medaglia"

Austriaco olimpico dopo 3 mondiali. Azzurro duro:"4/o non conta"

23 febbraio, 10:45

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Stefano Gross Stefano Gross
Matt a 35 anni re slalom, Gross "mangiato medaglia"

SOCHI (RUSSIA) - Il re dello slalom ha quasi 35 anni, un'Olimpiade alle spalle, tre titoli mondiali, ma nessuno a cinque cerchi. Nella disciplina che fa calare il sipario sullo sci alpino anche a Sochi, Mario Matt, austriaco, classe 1979, è uno di quei grandi vecchi a cui riesce bene il colpo di coda: due manche da gigante, col suo metro e novanta per 95 chili, che lo hanno spedito ormai a fine carriera dritto al titolo olimpico.

Spiazzata la concorrenza più giovane, secondo il connazionale di dieci anni più giovani Marcel Hirscher, quinto a Vancouver nella specialità, uno degli uomini della coppa del mondo, vincitore delle ultime due tappe ad Adelboden e Levi e sotto i riflettori della notturna a Rosa Khutor capace di una rimonta-impresa che lo ha portato dal nono al secondo posto grazie a un ritorno da big. A chiudere il podio il norvegese Henrik Kristoffersen, emergente, capace di risalire ancora di più dalla quindicesima posizione.

Appena ai piedi, a cinque centesimi dal bronzo, Stefano Gross che invece ha fatto il contrario, illudendo l'Italia se non di ripetere la magia di quattro anni fa dell'oro di Giuliano Razzoli, almeno di portare a casa una medaglia. E invece l'azzurro, terzo nella prima manche, ha sprecato l'occasione nel finale. "Ci siamo mangiati la medaglia, mi aspettavo di prenderla - dice Gross, senza nascondere tutta la delusione - sono due settimane che sciavo forte, ho compromesso tutto con un errore che ho fatto prima dell'ultimo piano, è un quarto posto che qui non conta nulla".

Dura l'analisi della sua gara olimpica: "Il tracciato della seconda manche non era certamente bello, ma per vincere la medaglia bisogna comunque adattarsi a qualsiasi condizione, la medaglia bisogna meritarsela". E in casa azzurri non c'è certo aria di festa: Manfred Moelgg, ritiratosi ammette che "è' stata un'Olimpiade certamente non buona. Era l'appuntamento dell'anno e ci tenevo tanto a far bene, ci ho provato in gigante ed è andata bene, in slalom sono partito male nella seconda ed è finita peggio. Faccio fatica a frenare e in quella doppia sapevo che bisognava farlo bene, invece ho sbagliato. Fisicamente non sono arrivato brillantissimo a Sochi, adesso puntiamo sui Mondiali del prossimo anno".

Il campione di quattro anni fa, Razzoli, non ha abdicato da re: "Nella prima manche ho accusato mezzo secondo di ritardo di troppo, per come era tracciata la seconda era l'occasione giusta per recuperare. Sono partito forte per recuperare ma quando vado forte quest'anno ho il 50% di probabilità di arrivare ed è andata così. Nella prima doppia mi sono salvato, nella seconda ho toccato e sono scivolato via. Mi manca l'affidabilità, se vado un po' più piano perdo un secondo, fatico a trovare quell'equilibrio fra affidabilità e velocità". Sul trono dello slalom dopo quattro anni va un altro.

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