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Toni Servillo

A Los Angeles è stata una toccata e fuga, ma una di quelle che lasciano il segno: 'C'è solo una cosa che posso dire. Sono incredibilmente felice'

04 marzo, 13:34
Toni Servillo
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LOS ANGELES - "Non posso parlare, devo spegnere il telefono, sono in aereo". Quella di Toni Servillo a Los Angeles è stata una toccata e fuga, ma una di quelle che lasciano il segno. "Non mi posso fermare, sto correndo in Italia perché martedì ho il mio spettacolo a Padova e quindi devo rientrare di corsa. C'è solo una cosa che posso dire. Sono incredibilmente felice. Di più davvero non posso dire. Non ho tempo. Devo staccare il telefono". Ha rischiato la ramanzina del personale di volo dell'aereo che lo stava riportando in Italia Toni Servillo. Di meno non poteva stare. E' arrivato sabato a Los Angeles, domenica ha sollevato al cielo l'Oscar insieme a Paolo Sorrentino e lunedi è ripartito per l'Italia. Eppure è stata una toccata e fuga molto fortunata. Jep Gambardella, il protagonista de La Grande Bellezza, il re dei mondani, colui che non solo voleva partecipare alle feste, ma voleva avere anche il potere di farle fallire, questa volta, a questa festa ha portato fortuna. Intanto il produttore de La Grande Bellezza, Nicola Giuliano racconta questi momenti, un po' più tranquilli, dopo la baraonda della serata di ieri: "Finalmente cominciamo a pensare che ci è successo veramente e una strana sensazione di felicità e soddisfazione. Oggi si sorride al mondo e si risponde al telefono, ai messaggi e all'affetto degli amici e di chi ti vuole bene".

Che cosa si sono detti Paolo Sorrentino, Toni Servillo e Nicola Giuliano dopo la vittoria? "Devo dirvelo in italiano o in napoletano? Ci siamo abbracciati tutti e tre e ci siamo detti che abbiamo cominciato insieme, abbiamo fatto il primo film insieme, è stata una lunga strada, ci siamo ricordati del punto da cui siamo partiti sino dove siamo arrivati adesso, a questo Oscar, a qualcosa che non avremmo mai potuto immaginare potesse succedere un giorno. E invece è accaduto e ci siamo ricordati del grande affetto che ci lega e che ci ha fatto fare certe cose, perché sì, ci vuole il talento, ma ci vuole anche l'amicizia. Siamo stati bravi e fortunati e ci siamo voluti molto bene in tutti questi anni". Ma certo questo non è un punto di arrivo "Ora faremo altri film, abbiamo già un progetto che stiamo portando avanti ma per scaramanzia non ne voglio parlare - dice il produttore - Un Oscar è anche una grande responsabilità. E' facile d'ora in poi sentirsi dire 'quell'altro era più bello'. Ma non si può vivere per paragoni. L'unico modo per fare questo lavoro è innamorarsi follemente della prossima cosa che farai, non fare mai niente per calcolo, niente di studiato a tavolino, l'unica cosa scientificamente provata al cinema è che niente puo' essere scientifico. L'unica cosa che si puo' fare è abbracciare un progetto e crederci e fare tutto il possibile affinchè diventi la cosa migliore che puo' essere. Poi i film riescono bene o male, l'importante è lavorarci come se fosse la cosa migliore che fai, altrimenti diventa un lavoro come un altro e si perde la magia di quello che fai".

C'è un privilegio nel fare cinema: "Il fatto che ti svegli la mattina è dici che bello, vado a lavorare", l'importante però è ricordarselo sempre che noi abbiamo questo privilegio. Com'è nata questa ormai decennale collaborazione fra il regista Paolo Sorrentino, l'attore Toni Servillo e il produttore Nicola Giuliano. "Io e Paolo ci siamo conosciuti sul set di un film prodotto dalla società di Servillo, la Teatri Uniti. Lui allora faceva l'autista, volontario, non pagato. Un giorno lui mi ha fatto leggere una cosa che aveva scritto, e subito ho pensato che quel ragazzo aveva un talento letterario straordinario. Ci siamo promessi di lavorare insieme e poi l'abbiamo fatto". Tanto bene da arrivare all' Oscar.

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