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Valerie Trierweiler

Ormai ex premiere dame su twitter, grazie a personale Eliseo. 'Non dimenticherò mai vostra emozione a momento mia partenza'

26 gennaio, 18:16
Valerie Trierweiler
Valerie Trierweiler
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PARIGI - Valérie fa le valigie e l'Eliseo rimane senza première dame. Da Yvonne de Gaulle alla Trierweiler il cerchio sembra chiuso, i francesi - tradizionalmente gelosi e rispettosi della privacy dei politici - non amano che la moglie del presidente finisca sui giornali scandalistici. Più facile a dirsi che a farsi, dicono gli strateghi del Palazzo della politica francese, perché si tratta di cancellare qualcosa, lo status di première dame, che non è mai esistito. La moglie del presidente non ha un ruolo ufficiale, non c'è nulla di scritto. Eppure la personalità della moglie del presidente è sempre stata importante, non soltanto per le sue iniziative umanitarie, le fondazioni, le associazioni caritative. Talvolta la premiere dame ha avuto uno spazio diplomatico tutto suo, come capitò a Cecilia Sarkozy, che prima di cedere il posto a Carla Bruni ebbe il tempo di andare in Libia a mediare nel caso delle infermiere bulgare. Una maggioranza di francesi, il 54%, vorrebbe che non ci fosse più un posto per la première dame all'Eliseo, né tantomeno uno stipendio, un ufficio e diverse persone a sua disposizione pagate dallo Stato.

Due addetti e tre funzionari erano a disposizione di Valérie, per un totale di 20.000 euro mensili, un terzo di quanto costava Carla Bruni, che poteva contare su otto persone. Con quello che i francesi chiamano "Gayetgate", il tradimento della Trierweiler da parte di Hollande con l'attrice Julie Gayet, si chiude comunque un'epoca. Cominciata, ma sembrano trascorsi secoli, con "tante" Yvonne, come i francesi chiamavano affettuosamente la cattolicissima moglie del generale de Gaulle, che all'Eliseo non voleva neppure che entrassero ospiti divorziati o in situazione irregolare. Brigitte Bardot, invitata dal presidente, rischiò una volta di rimanere fuori dal portone. In Europa era l'epoca in cui le donne non si dovevano immischiare e la moglie di de Gaulle non seguiva il capo dello Stato nemmeno nelle visite ufficiali. Alla prima apparizione a Parigi di John Fitzgerald Kennedy con la giovane e brillante Jackie al braccio, vestita all'ultima moda, "tante" Yvonne sembrò irrimediabilmente di un'altra era. La svolta la diede Claude Pompidou, che seppellì lo stile austero di Yvonne e si propose in abiti Dior, Cardin o Yves Saint-Laurent. Una svolta che fu completata dal suo gusto per l'arte contemporanea - cambiò il volto dell'Eliseo - e l'amicizia con artisti innovatori come Francoise Sagan e Pierre Boulez. Con Anne-Aymone Giscard d'Estaing si tornò alla massima discrezione: grande borghese, molto schiva, la première dame preferì non abitare all'Eliseo, considerato scomodo e addirittura piccolo per lei e i suoi quattro figli. Il livello della personalità della premiere dame si impennò con Danielle Mitterrand, terzomondista convinta tanto da mettere a volte in difficoltà il marito, solidale con gli immigrati e gli emarginati, impegnata in mille battaglie sociali con la sua fondazione. Nel 1995, il suo abbraccio e bacio con Fidel Castro fece scalpore.

Nei sondaggi, Bernadette Chirac rimane la più amata: il marito non la volle al seguito nelle visite ufficiali, lei - spesso presa in giro dai media e in tv per il suo aspetto da signora borghese, non bellissima, sempre armata di borsetta - seppe farsi amare ritagliandosi uno spazio importante. Non rinunciò mai ad intervenire, anche in politica, consigliando il marito (spesso nel modo giusto, ma non sempre fu ascoltata) e difendendolo sempre. La storia recente racconta della fulminante esperienza di Cecilia Sarkozy, la prima a divorziare durante una presidenza, l'arrivo di Carla Bruni (primo matrimonio e primo bebé all'Eliseo), quindi il pasticcio tra Valérie, dall'inizio la premiere dame meno amata, e Julie. Che premiere dame non diventerà mai.

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