Credit crunch fa salire rischio usura
Fiscalità locale troppo alta, Irap è vista come tassa più iniqua
La persistenza delle politiche restrittive del credito, che
nel settore delle costruzioni è stata particolarmente avvertita
anche nel primo semestre del 2013 - come confermato dalla
recente indagine relativa alla Campania della Banca d'Italia - è
alla base del valore ancora molto importante della percezione
del rischio-usura che si attesta (sommando le risposte
"totalmente d'accordo" e "abbastanza d'accordo") al 73% rispetto
all'85,7% del periodo precedentemente rilevato. Lo rileva
l'analisi del Centro Studi dell'Ance di Salerno sulla situazione
del comparto edile.
Ad evidenziare una maggiore preoccupazione per tale tipo di grave rischio - se si considerano le classi di fatturato - sono le imprese medie e quelle piccole, che fanno segnare rispettivamente il 74% e il 73,5% di risposte affermative (sempre secondo il criterio sopra esposto), mentre è più basso il timore palesato dalle imprese con un fatturato superiore ai 20 milioni di euro (60%).
Nella graduatoria di tasse locali, quella percepita come più iniqua risulta l'Irap (23,1%) seguita dall'Addizionale Regionale Irap (22,3%), dall'Imu (20,1%), dalle imposte sui rifiuti (14%); dall'Addizionale Comunale Irpef (10,5%) e dall'Addizionale Regionale Irpef (10%).
Alla domanda sul livello massimo accettabile di pressione fiscale (tasse più contributi) da parte di un'impresa, le prime tre risposte sono state le seguenti (in ordine percentuale decrescente): meno del 35% dell'utile; tra il 35 ed il 40% dell'utile; tra il 40 ed il 45% dell'utile.
In merito all'evasione fiscale, alla domanda su quale percentuale del totale delle imprese (appartenenti a tutti i settori produttivi) presumibilmente ricorre a pratiche di evasione ed elusione del fisco in provincia di Salerno, il totale del campione ha risposto (in ordine percentuale decrescente): tra il 30 ed il 40%; tra il 40 ed il 50%; tra il 20 ed il 30%. In conclusione, la stragrande maggioranza delle imprese intervistate ritiene che gli attuali controlli sulla regolarità fiscale delle imprese siano inadeguati ed inefficaci.
Ad evidenziare una maggiore preoccupazione per tale tipo di grave rischio - se si considerano le classi di fatturato - sono le imprese medie e quelle piccole, che fanno segnare rispettivamente il 74% e il 73,5% di risposte affermative (sempre secondo il criterio sopra esposto), mentre è più basso il timore palesato dalle imprese con un fatturato superiore ai 20 milioni di euro (60%).
Nella graduatoria di tasse locali, quella percepita come più iniqua risulta l'Irap (23,1%) seguita dall'Addizionale Regionale Irap (22,3%), dall'Imu (20,1%), dalle imposte sui rifiuti (14%); dall'Addizionale Comunale Irpef (10,5%) e dall'Addizionale Regionale Irpef (10%).
Alla domanda sul livello massimo accettabile di pressione fiscale (tasse più contributi) da parte di un'impresa, le prime tre risposte sono state le seguenti (in ordine percentuale decrescente): meno del 35% dell'utile; tra il 35 ed il 40% dell'utile; tra il 40 ed il 45% dell'utile.
In merito all'evasione fiscale, alla domanda su quale percentuale del totale delle imprese (appartenenti a tutti i settori produttivi) presumibilmente ricorre a pratiche di evasione ed elusione del fisco in provincia di Salerno, il totale del campione ha risposto (in ordine percentuale decrescente): tra il 30 ed il 40%; tra il 40 ed il 50%; tra il 20 ed il 30%. In conclusione, la stragrande maggioranza delle imprese intervistate ritiene che gli attuali controlli sulla regolarità fiscale delle imprese siano inadeguati ed inefficaci.