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La Procura stoppa il pressing su Toti, nessun obbligo per sentirlo 

La Procura stoppa il pressing su Toti, nessun obbligo per sentirlo 

Carozzi 5 ore dai pm: 'Non mi sorprendo dello scandalo' 

ROMA, 18 maggio 2024, 11:36

di Laura Nicastro

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Il presidente della Regione Giovanni Toti "così come qualsiasi indagato, può presentare una memoria" o fare "spontanee dichiarazioni al Riesame". Una precisazione che arriva dal procuratore capo di Genova dopo giorni in cui si rincorrono indiscrezioni su possibili date sull'interrogatorio chiesto dal governatore, agli arresti domiciliari dal 7 maggio per corruzione. Perché, come spiegano in procura, "in questa fase non è più un interrogatorio di garanzia" e dunque il pubblico ministero "non è obbligato a farlo". Sempre in via generica, continua il procuratore "l'indagato che decide di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip, può fare dichiarazioni spontanee. Anche al Riesame e se c'è urgenza può presentare memorie".

L'unico momento in cui la procura è obbligata a interrogare l'indagato "è nella fase della chiusura indagini". In tutte le altre fasi, "è una decisione del pm sul se e sul quando". E intanto chi preme per farsi ascoltare dagli investigatori è anche il sindaco di Genova Marco Bucci, più volte intercettato in particolare nella vicenda del rinnovo della concessione a 30 anni per il Terminal Rinfuse data agli Spinelli. Il primo cittadino ha mandato una mail al procuratore capo spiegando di mettersi "a disposizione dei magistrati". Nei giorni scorsi Bucci aveva detto ai cronisti "non mi pento di nulla... Forse di qualcosina sì, ma me lo tengo per me. Anzi lo dirò ai pm". Non è ancora stato deciso quando verrà sentito. E' rimasto invece quasi 5 ore davanti al pubblico ministero Luca Monteverde e al generale della Gdf Andrea Fiducia un altro testimone chiave Giorgio Carozzi, ex giornalista de Il Secolo XIX membro del comitato portuale in rappresentanza del Comune di Genova.

"Non mi sorprendo dello scandalo, sono 50 anni che scrivo di porto", ha detto prima di entrare dai pm. Carozzi si era mostrato in un primo momento contrario alla concessione per 30 anni del Terminal Rinfuse. Con lui avevano espresso perplessità anche l'avvocato Andrea La Mattina, che nel board rappresenta la Regione, e all'ex presidente dell'autorità portuale di Savona Rino Canavese. Secondo l'accusa ci sarebbero state pressioni affinché votassero a favore. La Mattina e Carozzi poi cambiarono il loro voto mentre Canavese fu l'unico a opporsi. E dai verbali emergono ancora nuovi dettagli. Da un lato le dichiarazioni di Roberto Spinelli, imprenditore figlio di Aldo che ha rivelato come avesse più volte pensato ad un "amministratore di sostegno" per l'anziano genitore. "Toti chiamava mio padre, faceva delle sceneggiate perché voleva finanziamenti leciti". ha anche detto. Un passaggio che ha necessitato di una precisazione depositata dai legali dell'imprenditore, gli avvocati Sandro Vaccaro e Andrea Vernazza, oggi al gip dopo avere letto il verbale. Nel documento, infatti, era stato trascritto "finanziamenti illeciti". Dall'altro le frasi di Ilaria Cavo, deputata e giornalista, sentita come persona informata dei fatti.

"Avvisai il presidente che i fratelli Testa non mi piacevano", la sua dichiarazione al pubblico ministero Federico Manotti. I fratelli Testa, Angelo Arturo e Italo Maurizio, sono indagati loro per voto di scambio aggravato dall'aver agevolato la mafia. Nelle prossime ore, con una consulenza tecnica irripetibile verrà effettuata la copia del contenuto dei telefoni e dei dispositivi elettronici sequestrati a Toti e agli altri indagati. Anche per questo passaggio tecnico i tempi per l'interrogatorio del governatore si potrebbero allungare.

   

Spinelli si rivolge al giudice chiamandola 'signorina'. Il gip: 'Non mi chiamo così'

"Io voglio parlare, non me ne frega niente". Inizia così l'interrogatorio davanti al Gip di Aldo Spinelli, l'imprenditore ai domiciliari nell'inchiesta per corruzione della procura di Genova che ha portato all'arresto anche del presidente della Liguria Giovanni Toti. Una presa di posizione netta nonostante il suo avvocato poco prima lo invitasse ad avvalersi della facoltà dio non rispondere anche per via della glicemia molto alta. "Ma non vuol dire - dice Spinelli riferendosi proprio alla glicemia - io voglio parlare...non me ne frega niente...la posso misurare anche davanti a voi, però è scesa".

Poco dopo l'imprenditore, come scrivono alcuni giornali, si lancia in un altro discorso che poco c'entra con l'interrogatorio. Il giudice chiede infatti dove e quando è nato e lui risponde: "il 4 gennaio del 1940 però mi sento dell'80, non del '40". Un quarantenne e non un'ottantaquattrenne insomma, che è un fiume in piena tanto che la giudice gli ricorda: "guardi, qui siamo in sede di interrogatorio e quindi se lei decide di rispondere deve rispondere alle domande che le vengono fatte e io ora non le ho fatto ancora nessuna domanda". E poco più avanti lo riprende di nuovo, quando Spinelli la chiama "signorina". "Guardi - risponde la gip Faggioni - io non mi chiamo 'signorina', se vuole mi chiami dottoressa perché sono un giudice".

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