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Il nemico del mio nemico è un amico, la fisica conferma la teoria

Il nemico del mio nemico è un amico, la fisica conferma la teoria

Aiuta a comprendere i social media, la politica e le reti neurali

04 maggio 2024, 09:01

di Benedetta Bianco

ANSACheck

Secondo la teoria dell 'equilibrio cognitivo ognuno mira a mantenere una stabilità psicologica (fonte: Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

A distanza di 80 anni dalla sua introduzione, la teoria dell’equilibrio cognitivo sintetizzata nel detto ‘il nemico del mio nemico è mio amico’ è stata finalmente confermata dalla fisica statistica. Il risultato, pubblicato sulla rivista Science Advances, si deve ad un gruppo di ricercatori dell’americana Northwestern University e aiuterà a comprendere meglio le dinamiche sociali, ma non solo: oltre ai social media, alla polarizzazione delle posizioni in politica e alle relazioni internazionali, infatti, lo studio getta nuova luce anche su qualsiasi sistema che comprende interazioni positive e negative, come le reti neurali del cervello e le combinazioni di diversi farmaci.

La teoria dell’equilibrio cognitivo è stata introdotta negli anni 40 dallo psicologo austriaco Fritz Heider. La teoria parte dal presupposto che ogni persona mira a mantenere una stabilità psicologica, e forma le sue relazioni, con altre persone o con oggetti, in base ai suoi atteggiamenti e ai suoi gusti. Innumerevoli studi hanno cercato di confermare questa teoria utilizzando la scienza delle reti e la matematica, senza mai riuscirci. Ora però, Bingjie Hao e István Kovács sono riusciti a combinare con successo i due elementi chiave che fanno funzionare la struttura sociale di Heider: il fatto che, nella vita reale, non tutti si conoscono, e che alcune persone hanno un atteggiamento più positivo di altre.

“Abbiamo sempre saputo che questa teoria funzionava, ma non sapevamo il perché”, commenta Kovács. “Per decenni abbiamo continuato a sbagliare e il motivo è che la vita reale è complicata. Abbiamo capito che dovevamo tenere conto di entrambi i fattori contemporaneamente: quali persone si conoscono e quali sono più amichevoli delle altre. Le reti sociali costituiscono il terreno di gioco ideale – conclude il ricercatore – ma il nostro interesse principale è andare oltre l’indagine delle relazioni tra amici e guardare ad altre reti complesse”.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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