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E' possibile rimuovere il tartaro a casa? No al fai da te

E' possibile rimuovere il tartaro a casa? No al fai da te

Risponde la dottoressa Roberta Gemmiti della SIdP

ROMA, 03 maggio 2024, 14:13

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Carie e parodontite, hanno un fattore eziologico primario in comune, la placca batterica.
    Allarmanti sono i numeri che riportano la carie come la prima malattia più diffusa al mondo, la parodontite la sesta.
    La placca batterica è composta da un insieme di microrganismi derivanti dai residui di cibo e molecole provenienti dalla saliva; la loro capacità è quella di creare il biofilm, i batteri si organizzano creando un microambiente, all'interno del quale ognuno ha un ruolo specifico e in assenza di ossigeno, il biofilm modifica la propria composizione favorendo la proliferazione di patogeni. Alcuni di questi batteri, dotati di pili e fimbrie, consentono l'adesione al dente.
    Tale organizzazione permette ai batteri di vivere in condizioni ambientali favorevoli e determinare un danno a denti e gengive.
    Se non rimossa la placca batterica subisce delle trasformazioni; sali di calcio e fosfati presenti nella saliva precipitano creando un deposito duro sulle superfici dei denti chiamato tartaro E` noto che l'igiene orale è l'unico modo efficace per contrastare la placca batterica ed evitare che si trasformi in tartaro.
    Ma attenzione, tentare di rimuovere il tartaro a casa può essere molto pericoloso. Costantemente sottoposti ad una pressione mediatica sull'utilizzo di strumenti domiciliari in grado di rimuovere il tartaro potremmo essere tentati di provarli. E' bene chiarire che qualunque prodotto o strumento promosso sui social media, ma non raccomandato dalle linee guida, soprattutto se usato in modo incongruo, può danneggiare denti e gengive in maniera permanente. Le complicanze sono per lo più legate all'asportazione dello smalto dentale con la conseguenza che i denti diventano più sensibili, più scuri e più suscettibili alla formazione di carie e ai danni sul tessuto gengivale con la comparsa di recessioni, quindi denti più lunghi e sensibili.
    "Eccellenza ed Evidenza" sono le due parole chiave con le quali il presidente della Società Italiana di Parodontologia Francesco Cairo apre il XXIII Congresso Nazionale appena concluso a Rimini. "Queste parole sono fondamentali in un contesto di modernità clinica complessa, dover saper scegliere terapie efficaci e orientate al rispetto del paziente". Messaggio importante per gli operatori ma anche per i pazienti, che devono affidarsi alle cure degli "addetti ai lavori".
    Secondo le recenti linee guida sul trattamento delle parodontiti lo step 1 di terapia è proprio la comunicazione al paziente sulle modalità di comportamento, che sono scientificamente fondamentali per la riuscita della cura.
    Rivolgersi al proprio dentista o igienista dentale di fiducia è il primo passo, imparare a detergere correttamente la bocca è fondamentale per prevenire le patologie del cavo orale.
    Attraverso le istruzioni di Igiene Orale Domiciliare vengono personalizzati strumenti e manovre da eseguire a casa; gli esperti ricordano infatti che ognuno ha una condizione diversa in bocca e non esiste un metodo universale che funzioni per tutti.
    L'utilizzo congiunto e corretto di spazzolino, filo interdentale/scovolino e collutorio è fondamentale per rimuovere il 100% di placca dentale a casa e tardare la formazione del tartaro.
    Per eliminare il tartaro invece, esiste un trattamento specifico chiamato Ablazione del Tartaro, che si effettua presso lo studio dentistico, attraverso il quale si ristabiliscono le condizioni ideali per la salute orale.
   

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