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A sei anni dalla morte Roberto Bolano diventa scrittore di culto
di Marzia Apice
Nelle retrovie della Seconda Guerra Mondiale, mentre il Nazismo terrorizzava l'Europa e gli Alleati erano scesi in campo per la libertà, un'altra battaglia si stava combattendo, apparentemente meno visibile, ma di certo senza esclusione di colpi: quella per l'arte. I nazisti nutrivano assurdi desideri di depredare i paesi occupati dei loro tesori artistici per rendere la Germania l'unica depositaria della bellezza europea.
Anche l'Italia, il paese che più di tutti aveva da perdere in quanto a patrimonio artistico, fu terra di conquista. In suo aiuto però venne un personaggio singolare, la cui figura tanto fece discutere e per lungo tempo, che dedicò la sua intera vita alla salvaguardia e al recupero delle opere d'arte sottratte in guerra: si tratta di Rodolfo Siviero, al quale Luca Scarlini dedica il libro 'Siviero contro Hitler. La battaglia per l'arte', edito da Skira, proprio nei giorni in cui viene presentato al Festival di Berlino il film 'The Monuments Men' scritto, diretto e interpretato da George Clooney. Basato sull'omonimo romanzo di Robert M. Edsel, il film racconta appunto le attività di un gruppo di storici dell'arte, studiosi, artisti angloamericani impegnati nel bel mezzo della guerra a salvare e recuperare i tesori artistici presi dai nazisti.
Fornendo un quadro molto dettagliato non solo dal punto di vista storico, ma soprattutto culturale e artistico, Scarlini descrive la macchina morbosa e micidiale approntata dal regime per approvvigionarsi di arte. Hitler, infatti, di cui l'autore racconta i giovanili tentativi fallimentari di affermarsi come artista, stava mettendo in piedi un progetto per erigere a Linz quello che nel suo disegno sarebbe dovuto essere il museo più grande del mondo.
Accanto a lui, anche alcuni suoi sottoposti si davano da fare nel tentativo di razziare quanto più possibile: in particolare Hermann Goering, che nella sua casa a Nord di Berlino aveva creato il Carinhall, un tempio del lusso pieno di arte, o Heinrich Himmler, cultore di reperti simbolici e mistici in grado di celebrare il mito dell'arianità. Dall'altra parte della barricata c'era Siviero che, dapprima spia arruolata dal regime fascista, aderì poi alla Resistenza dedicandosi a un'intesa attività di controspionaggio volta alla salvaguardia dell'arte italiana. Scarlini delinea una figura appassionata e ambiziosa, piena di amici ma anche di detrattori: Siviero fu un uomo capace di tessere una formidabile rete di contatti che travalicava i confini delle varie nazioni coinvolte in guerra e di organizzare salvataggi rocamboleschi e fughe all'ultimo respiro.
Questo 007 dell'arte, che aveva il suo quartier generale a Firenze, svolse la sua missione di 'intelligence' tra incarichi ufficiali e non, ma sempre senza risparmio di energie, fisiche e mentali fino alla morte (avvenuta nel 1983), sia quando i ladri erano i nazisti, sia anni dopo la fine della guerra, quando a interessarsi all'arte fu la malavita organizzata. Sebbene molti particolari della sua vita siano ancora avvolti dal mistero e coperti da segreto, Siviero è stato di cruciale importanza in una storia, quella appunto del trafugamento e del commercio illegale delle opere d'arte in guerra, tuttora attuale e su cui ancora siamo lontani dal poter scrivere la parola fine.
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