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Cloches e baschi, 50 anni di stile: Chapeau, Madame!

L'arte delle modiste torinesi. Giuditta Brasseur e le altre. Una mostra le racconta

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  • Chapeu, Madame! a Torino un'esposizione di cappelli dal 1920 al 1970. Palazzo Madama, 80 cappellini raccontano l'arte delle modisterie torinesi
  • Chapeu, Madame! a Torino un'esposizione di cappelli dal 1920 al 1970. Palazzo Madama, 80 cappellini raccontano l'arte delle modisterie torinesi
  • Chapeu, Madame! a Torino un'esposizione di cappelli dal 1920 al 1970. Palazzo Madama, 80 cappellini raccontano l'arte delle modisterie torinesi
  • Chapeu, Madame! a Torino un'esposizione di cappelli dal 1920 al 1970. Palazzo Madama, 80 cappellini raccontano l'arte delle modisterie torinesi

(di Emmanuela Banfo)

   (ANSA) - TORINO -  Cinquant'anni di storia della moda e dello stile di vita delle donne italiane passa attraverso la mostra "Chapeau, Madame!", esposizione di cappelli dal 1920 al 1970. Non poteva che essere allestita nella città dove la moda è nata e dove sartine e modiste hanno mosso i loro primi passi. A Torino, nella Sala Tessuti di Palazzo Madama, aperta al pubblico dal 26 marzo al 1 marzo 2015, si possono leggere i cambiamenti della storia raccontando 80 cappellini ricchi di orpelli o dalle linee essenziali, semplici o eccentrici, per donne di diversi strati sociali e diversa cultura dell'essere femminile.

Ci sono le cloches negli anni Venti, i baschi alla Greta Garbo e i volumi azzardati alla Schiaparelli negli anni Trenta; i modelli realizzati con materiali poveri del tempo di guerra e anche le toques, le calotte fiorite, le piume e le velette degli anni Cinquanta, fino ai ballon di pelliccia e i cappelli a larga tesa della fine degli anni Sessanta.

A scrivere i primi capitoli romantici delle Modisterie torinesi nomi nient'affatto di nobili origini, come, a inizio Novecento, quello di Giuditta Brasseur, ragazzina orfana che apprese l'arte del taglio e cucito nel Collegio Figlie dei Militari o dei coniugi Angela e Filippo Gallia. Città sempre proiettata verso il futuro, curiosa di novità, storicamente legata alla vicina Francia, proprio da Oltralpe acquisì l'abitudine a non temere eccentricità con tessuti e fatture. I cappelli in mostra a Torino provengono dalla collezione del Liceo Artistico Musicale Passoni, che si è formato grazie a donazioni cittadine, e mettono in evidenza come le signore torinesi non disdegnassero di fare acquisti a Parigi e di importare da lì le nuove tendenze. Anche nei decenni successivi, le modisterie eccellenti, quali Cerrato, Maria Volpi, Chiusano e Rigo, Gina Faloppa, mantengono un rapporto privilegiato con la capitale francese e propongono, accanto alle proprie creazioni, modelli originali o copie su licenza di maison come Pierre Balmain, Christian Dior, Jean Barthet, Claude Saint Cyr.

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