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Papa Francesco al Museo delle cere

Esposta l'8 dicembre. In esclusiva ANSA le fasi della lavorazione VIDEO

05 dicembre, 22:32
Papa Francesco al Museo delle cere

di Michela Suglia - foto di Alessandro Di Meo e Claudio Peri

ROMA - In una sera di marzo si è trovato all'improvviso dalla fine del mondo al balcone di piazza San Pietro. Nove mesi dopo Papa Francesco è diventato (anche) una statua del museo delle cere di Roma, la settantacinquesima della famiglia di politici, attori, cantanti e sportivi che imita quelli veri nel palazzo di piazza Santi Apostoli dove un tempo c'era una banca e oggi l'unico museo delle cere in Italia.

L'8 dicembre sarà esposta dopo due mesi di lavoro, le mani di tre artigiani, 10 chili di creta, sette di silicone, pazienza e molto occhio. Per realizzare il 'clone' di Bergoglio infatti nessun calco dal vivo. Solo mestiere, senso delle proporzioni e foto prese dai giornali che non sono mancate fin da subito, complice il volto sorridente e le pose 'fuoriprogramma' del papa che parla con l'accento di Maradona. E così ad aprile l'idea di farne una statua è scattata nella testa di Fernando Canini, che ha ereditato dal nonno nome e cognome ma anche l''azienda'. ''Mio nonno era un impresario del circo - racconta - e da Trastevere si trovò a organizzare spettacoli in giro per l'Europa, fino a Londra e Parigi dove rubò l'idea del museo delle cere che ha aperto a Roma nel '58''. Il 'cantiere' per creare la statua del papa argentino è cominciato in estate. Prima fase: il volto in creta realizzato dallo scultore Otello Scatolini, che aveva già firmato quello di Giovanni Paolo II.

''E' un lavoro fatto secondo le vecchie tradizioni - racconta - Si parte da un'armatura in metallo che serve a reggere la creta che va aggiunta a mano, seguendo l'occhio e il mestiere. Così fino ai dettagli. Il primo passaggio va da uno a 20 giorni e azzeccare lo sguardo è la cosa più difficile. Ma per Papa Francesco c'ho messo meno di 48 ore, forse perché mi sta simpatico..''. La scultura è poi passata tra le mani di Davide Bracci, docente all'Accademia del trucco di Roma che ha lavorato con Dario Argento. A lui è toccata la fase dello 'stampaggio' in silicone che serve a ottenere il calco partendo dalla scultura in creta, che viene chiusa in un guscio ad hoc e ricoperta da silicone fino ad avere il cosiddetto 'negativo'. A quel punto sono stati aggiunti occhi di vetro e denti. Sopracciglia e capelli invece Bracci li ha inseriti uno per uno con un ago. Testa e mani (sempre di silicone) sono state poi montate sul 'corpo', fatto con un modello di resina e legno e riempito di gommapiuma. Passaggio finale, la vestizione che è stata affidata al sarto Adriano Taito che ha cucito l'abito talare bianco e lo zucchetto. Ultimo tocco gli occhiali e Francesco è pronto. A fargli compagnia nel museo ci saranno altri cinque pontefici e accanto quello che gli ha aperto la strada con la sua rinuncia.

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