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Festa marineria Spezia: Pirati e corsari, modus vivendi

Dal Barbarossa a Dragut misero mar Ligure sotto assedio

01 ottobre, 12:56

GENOVA - Alla Festa della marineria della Spezia si sta preparando il villaggio dei pirati che trasformerà il centro storico in taverne di bucanieri e covi di corsari con cannoni, funi e bobine, pariboli e ancore. Perche' il pirata e la nave sono un binomio inscindibile. La parola stessa 'pirata' nata dal greco 'peirates' ovvero colui che cerca fortuna in mare, riporta alle scorrerie degli equipaggi di uomini che la letteratura ha spinto sulla soglia del mito.
   Nel Quattrocento, quando Costantinopoli e le coste del nord Africa caddero sotto il dominio dell'Islam, gli Spagnoli pensarono che il modo migliore per difendersi fosse attaccare il nemico in casa, ma questa offensiva militare fece aumentare a dismisura il desiderio di riscatto dei pirati detti Barbareschi. Con il termine Barbareschi erano designate le persone di dubbia provenienza, inclusi i rinnegati, cioè gli europei schiavi che per ottenere la libertà si erano convertiti all'Islam. Tra i grandi pirati, i fratelli Arug e Khair el-Din, chiamato Il Barbarossa. Il Barbarossa disponeva di una flotta composta da 150 navi e migliaia di uomini. Quest'ultimo strinse un'alleanza con Francesco I di Francia. Ne conseguì un periodo di nuovi attacchi bellicosi, con un simultaneo incremento dell'apparato difensivo da parte dei Borghi costieri. Ma uno degli esponenti più bellicosi che perseverava nelle acque del Mar Ligure fu Rais Thorgud, detto Dragut, ammiraglio e viceré che dopo mille incursioni fu catturato dai Doria nel 1540 e riottenne la libertà dopo aver concesso la signoria dell'Isola tunisina di Tabarca.
   Le loro navi erano possenti galere, snelli brigantini e veloci golette armate con cannoni in ferro e pesantissime bombarde. A quelle navi e a quegli uomini tennero testa i liguri con imbarcazioni splendide come quelle che si possono ammirare qui oggi e con quel coraggio iscritto nel dna di questo popolo.

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