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La 'febbre' del ghiaccio spacca in 3 il 'gigante' dei Forni

In 26 anni persi 2mila mld di litri di riserve acqua su Alpi Centrali

30 ottobre, 12:31
Il nuovo catasto dei ghiacciai Il nuovo catasto dei ghiacciai

La febbre del ghiaccio non si ferma e con l'estate 2015, anno destinato ad essere il più caldo di sempre, in particolare dalla fine di agosto, il più grande ghiacciaio vallivo italiano il "gigante" dei Forni, nel Parco Nazionale dello Stelvio, si è spaccato in tre ghiacciai più piccoli. Negli ultimi 26 anni i ghiacciai italiani delle Alpi Centrali hanno perso duemila miliardi di litri di acqua, pari a 800 mila piscine olimpiche e 4 volte il Lago Trasimeno. Dati allarmanti che arrivano però da una buona notizia: l'aggiornamento del 'Nuovo Catasto dei Ghiacciai italiani', l'ultimo risale agli anni 60 del secolo scorso, presentato nel corso dell'incontro 'La febbre del ghiaccio' organizzato dall'Intergruppo parlamentare per il clima Globe Italia alla Camera dei Deputati.

I dati sulla superficie dei 903 ghiacciai italiani "confermano una generale tendenza al regresso": una riduzione del 30% (da 527 kmq a 370 kmq) negli ultimi 50 anni, a cui si è aggiunta un'ulteriore contrazione del 5% dal 2007 al 2012. La superficie glaciale persa è pari al Lago di Como ed è conseguente al rimpicciolimento dei ghiacciai e alla estinzione di quasi 200 apparati.

Lo "scioglimento" dei ghiacciai, acceleratosi negli ultimi anni, è considerato il sintomo più evidente degli effetti ambientali del cambiamento climatico. Il Nuovo Catasto dei Ghiacciai è stato realizzato dall'Università Statale di Milano, con la partnership dell'Associazione EvK2CNR e della società Levissima e con il contributo scientifico del Comitato Glaciologico Italiano.

I ghiacciai italiani sono 903 per una superficie di 370 chilometri quadrati e Valle d'Aosta, Lombardia e Alto Adige sono le regioni più glacializzate. La Lombardia è la regione con più ghiacciai (230) mentre la Val d'Aosta è quella con l'area glaciale maggiore (134 chilometri quadrati). Il nuovo catasto dei ghiacciai evidenzia inoltre il proseguimento dei fenomeni dell'attuale fase di deglaciazione, come nel caso del gigante dei Forni: la frammentazione dei corpi glaciali (apparente incremento del numero dei ghiacciai) e la modificazione tipologica (transizione da grandi ghiacciai "vallivi", che scendono fino a fondo valle, a piccoli ghiacciai "montani" che restano sui pendii più ripidi).

Così molti ghiacciai negli ultimi anni si sono frammentati in più tronconi, tra questi: il Lys, uno dei più grandi della Valle d'Aosta, diviso in 3/4 unità minori, il ghiacciaio della Lex Blance (Valle d'Aosta), quello della Ventina in Lombardia, i ghiacciai del Careser e del Mandrone-Adamello in Trentino, la Vedretta Alta e il Vallelunga in Alto Adige. "Un fenomeno preoccupante - spiega Claudio Smiraglia, Università degli studi di Milano - visto l'importante ruolo dei ghiacciai e della loro intensa fusione nel produrre acqua, soprattutto in estate utile a mitigare i periodi di siccità e cruciale per la produzione di energia idroelettrica, fondamentali anche per il turismo in montagna". "I dati sono impressionanti - ribadisce Ermete Realacci presidente commissione Ambiente alla Camera - Con le associazioni ambientaliste abbiamo da anni spinto per questo aggiornamento". Grande la soddisfazione di Legambiente, Greenpeace e Wwf che quasi in coro sottolineano che "il catasto rappresenta un elemento utile per traghettare lo sguardo verso il futuro per combattere i cambiamenti climatici" per cui "chiedono un intervento deciso dalla politica".

Stella Bianchi, presidente Intergruppo per il clima Globe Italia alla Camera ricorda infine che "questi dati testimoniano in modo inoppugnabile che i cambiamenti climatici sono in atto e provocano già danni consistenti" perché "le politiche per il clima devono essere una priorità , tanto più in vista di Parigi; è necessario avere strategie di adattamento e anche ridurre il combustibile fossile in favore delle rinnovabili".

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