"Avrei scommesso un milione che
Meloni avrebbe votato Ursula von der Leyen, invece il richiamo
della foresta è stato più forte", dunque "non posso pensare che
von der Leyen non sia irritatissima". Questo non avrà
conseguenze sul fatto che l'Italia avrà un commissario forte, ma
"il problema sarà dopo: Meloni non sarà in quello che io chiamo
il club, quei 5 o 6 Capi di stato o primi ministri che decidono
al bar. E questo è di una importanza enorme". Ne è convinto il
professor Romano Prodi, ex presidente del Consiglio ed ex
presidente della Commissione europea, intervenuto ieri sera a
Seggiano all' incontro 'Notizie dall'Amiata, parole della
contemporaneità", con i giornalisti Marco Damilano e Veronica De
Romanis.
"Von der Leyen - ha ricordato Prodi - è venuta in Italia
sette o otto volte, era quasi un matrimonio di fatto". Per la
presidente della Commissione "di fronte alle incertezze che
c'erano prima, il voto dei Fratelli d'Italia, la ruota di
riserva, era di vitale importanza, ci aveva contato". Il prezzo
che l'Italia potrebbe dunque essere alto: "I funzionari, che
hanno fiuto, quando ci sarà da picchiare sull'Italia credo che
lo faranno volentieri. Questo è il grande errore e non c'era
nessun bisogno" di commetterlo. Se il voto di FdI "era
ridondante, contava un po', se era determinante la Meloni
avrebbe avuto l'incasso del bar". Tuttavia, "in politica si può
sempre fare ammenda".
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