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Han Kang, l'innovativa voce della prima Nobel sudcoreana

Han Kang, l'innovativa voce della prima Nobel sudcoreana

Autrice del bestseller La Vegetariana. Arriva Non dico addio

ROMA, 10 ottobre 2024, 17:23

Redazione ANSA

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(di Mauretta Capuano) Poetica, onirica, visionaria e nello stesso tempo capace di raccontare la brutalità del potere e la violenza della realtà, Han Kang è la prima scrittrice sudcoreana a vincere il Premio Nobel per la Letteratura ed è il secondo Nobel in assoluto del suo Paese, dopo quello per la Pace all'ex presidente Kim Dae-Judg nel 2000.
    Premiata dall'Accademia di Svezia "per la sua intensa prosa poetica che mette a confronto i traumi storici con la fragilità della vita umana'' Han Kang aveva appena finito di cenare con il figlio quando è arrivato l'annuncio che le era stato assegnato il Nobel per la Letteratura 2024. Il prestigioso riconoscimento le sarà consegnato il 10 dicembre a Stoccolma.
    Innovativa, sperimentale, la scrittrice, 53 anni, è diventata un caso editoriale e si è fatta conoscere nel mondo con il suo libro 'La vegetariana' con cui ha vinto nel 2016 il Man Booker International Prize, pubblicato in Italia da Adelphi. Partito da un racconto breve del 1997, La vegetariana, scritto nel 2007, è la storia di una donna che si vuole trasformare in una pianta e rifiuta la razza umana, concepita in tre atti. Un cambiamento a cui il marito reagisce con un crescendo di rabbia che arriva al sadismo sessuale. Dal romanzo l'attrice e regista Daria Deflorian e la scrittrice Francesca Marciano hanno tratto uno spettacolo che andrà in scena in prima assoluta dal 25 al 27 ottobre al teatro Arena del Sole di Bologna e al al Romaeuropa Festival dal 29 ottobre al 3 novembre.
    Il suo ottavo romanzo, 'Non dico addio' è atteso nelle nostre librerie il 5 novembre per Adelphi, suo editore italiano. Il libro, come il precedente L'ora di greco è tradotto da Lia Iovenitti, mentre gli altri vedono la traduzione di Milena Zemira Ciccimarra. Apparso nel 2021 in Francia dove ha ricevuto il Prix Médicis Étranger 2023, è la storia di un arduo e doloroso viaggio compiuto d'inverno da Gyeong-ha, la protagonista, per raggiungere l'isola di Jeju dove il papagallino della sua amica Inseon, ricoverata in ospedale a Seul, è rimasto solo e rischia di morire. Al suo arrivo, dopo aver affrontato la tempesta e il gelo, non potrà che seppellirlo ma la discesa agli inferi è anche nella storia della famiglia di Inseon e di uno dei massacri più terribili della Corea tra la fine del 1948 e i primi mesi del 1949, ai danni di trentamila civili accusati di essere comunisti.
    Alla scrittura Han Kang, ha sempre unito la passione per l'arte e la musica che si riflette in tutte le sue opere dove la cifra che la contraddistingue è la capacità di coniugare la delicatezza e sensibilità del suo sguardo alla denuncia e di attingere alla memoria per far parlare il mondo dei vivi e dei morti. Lo mostra bene anche Atti Umani con cui ha vinto il Premio Malaparte nel 2017, in cui si è ispirata ad un episodio di rivolta urbana realmente avvenuto nel 1980 a Gwangju, dove è cresciuta e dove centinaia di studenti e civili disarmati furono assassinati durante un massacro compiuto dall'esercito sudcoreano. "Parlare di dolore per me è parlare di umanità" aveva detto all'ANSA la scrittrice all'assegnazione del Premio Malaparte.
    Figlia d'arte, il padre era il famoso scrittore Han Seungwon, Han Kang è nata il 27 novembre 1970 nella città sudcoreana di Gwangju e a nove anni si è trasferita con la famiglia a Seoul dove attualmente vive. Poetessa prima che narratrice, ha debuttato nel 1993 con la pubblicazione di cinque poesie sulla rivista Letteratura e società. Alla narrativa è approdata due anni dopo, nel 1995 con la raccolta di racconti L'amore di Yeosu. Autrice di racconti, fra i quali Red Anchor con cui ha vinto il Seoul Shinmun Spring Literary Contest, e di 8 romanzi, ha studiato letteratura coreana alla Yonsei University. In Italia, paese che ama e che ha visitato molte volte, è uscito anche Convalescenza nel 2019. La sua prosa intima e visionaria si ritrova anche ne 'L'ora di greco' , scritto dopo La vegetariana, apparso per la prima volta nel 2011, sull'importanza delle parole perdute e ritrovate. "Il suo corpo era assediato dentro e fuori da un silenzio che risucchiava lo scorrere del tempo, un silenzio ovattato come prima di imparare a parlare, anzi, come prima di venire al mondo" scrive. La narrazione del dolore si scioglie in poesia: "da quell'istante, siamo poco a poco risaliti / appena raggiunta la superficie, / siamo stati trascinati a riva con violenza" dice Han Kang che è la diciottesima donna a ricevere il Nobel per la Letteratura su 121 laureati in 117 premiazioni.
   

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