(di Mauretta Capuano)
Poetica, onirica, visionaria e nello
stesso tempo capace di raccontare la brutalità del potere e la
violenza della realtà, Han Kang è la prima scrittrice sudcoreana
a vincere il Premio Nobel per la Letteratura ed è il secondo
Nobel in assoluto del suo Paese, dopo quello per la Pace all'ex
presidente Kim Dae-Judg nel 2000.
Premiata dall'Accademia di Svezia "per la sua intensa prosa
poetica che mette a confronto i traumi storici con la fragilità
della vita umana'' Han Kang aveva appena finito di cenare con il
figlio quando è arrivato l'annuncio che le era stato assegnato
il Nobel per la Letteratura 2024. Il prestigioso riconoscimento
le sarà consegnato il 10 dicembre a Stoccolma.
Innovativa, sperimentale, la scrittrice, 53 anni, è diventata un
caso editoriale e si è fatta conoscere nel mondo con il suo
libro 'La vegetariana' con cui ha vinto nel 2016 il Man Booker
International Prize, pubblicato in Italia da Adelphi. Partito da
un racconto breve del 1997, La vegetariana, scritto nel 2007, è
la storia di una donna che si vuole trasformare in una pianta e
rifiuta la razza umana, concepita in tre atti. Un cambiamento a
cui il marito reagisce con un crescendo di rabbia che arriva al
sadismo sessuale. Dal romanzo l'attrice e regista Daria
Deflorian e la scrittrice Francesca Marciano hanno tratto uno
spettacolo che andrà in scena
in prima assoluta dal 25 al 27 ottobre al teatro Arena del Sole
di Bologna e al al Romaeuropa Festival dal 29 ottobre al 3
novembre.
Il suo ottavo romanzo, 'Non dico addio' è atteso nelle nostre
librerie il 5 novembre per Adelphi, suo editore italiano. Il
libro, come il precedente L'ora di greco è tradotto da Lia
Iovenitti, mentre gli altri vedono la traduzione di Milena
Zemira Ciccimarra. Apparso nel 2021 in Francia dove ha ricevuto
il Prix Médicis Étranger 2023, è la storia di un arduo e
doloroso viaggio compiuto d'inverno da Gyeong-ha, la
protagonista, per raggiungere l'isola di Jeju dove il
papagallino della sua amica Inseon, ricoverata in ospedale a
Seul, è rimasto solo e rischia di morire. Al suo arrivo, dopo
aver affrontato la tempesta e il gelo, non potrà che seppellirlo
ma la discesa agli inferi è anche nella storia della famiglia di
Inseon e di uno dei massacri più terribili della Corea tra la
fine del 1948 e i primi mesi del 1949, ai danni di trentamila
civili accusati di essere comunisti.
Alla scrittura Han Kang, ha sempre unito la passione per l'arte
e la musica che si riflette in tutte le sue opere dove la cifra
che la contraddistingue è la capacità di coniugare la
delicatezza e sensibilità del suo sguardo alla denuncia e di
attingere alla memoria per far parlare il mondo dei vivi e dei
morti. Lo mostra bene anche Atti Umani con cui ha vinto il
Premio Malaparte nel 2017, in cui si è ispirata ad un episodio
di rivolta urbana realmente avvenuto nel 1980 a Gwangju, dove è
cresciuta e dove centinaia di studenti e civili disarmati furono
assassinati durante un massacro compiuto dall'esercito
sudcoreano. "Parlare di dolore per me è parlare di umanità"
aveva detto all'ANSA la scrittrice all'assegnazione del Premio
Malaparte.
Figlia d'arte, il padre era il famoso scrittore Han Seungwon,
Han Kang è nata il 27 novembre 1970 nella città sudcoreana di
Gwangju e a nove anni si è trasferita con la famiglia a Seoul
dove attualmente vive. Poetessa prima che narratrice, ha
debuttato nel 1993 con la pubblicazione di cinque poesie sulla
rivista Letteratura e società. Alla narrativa è approdata due
anni dopo, nel 1995 con la raccolta di racconti L'amore di
Yeosu. Autrice di racconti, fra i quali Red Anchor con cui ha
vinto il Seoul Shinmun Spring Literary Contest, e di 8 romanzi,
ha studiato letteratura coreana alla Yonsei University. In
Italia, paese che ama e che ha visitato molte volte, è uscito
anche Convalescenza nel 2019. La sua prosa intima e visionaria
si ritrova anche ne 'L'ora di greco' , scritto dopo La
vegetariana, apparso per la prima volta nel 2011,
sull'importanza delle parole perdute e ritrovate. "Il suo corpo
era assediato dentro e fuori da un silenzio che risucchiava lo
scorrere del tempo, un silenzio ovattato come prima di imparare
a parlare, anzi, come prima di venire al mondo" scrive. La
narrazione del dolore si scioglie in poesia: "da quell'istante,
siamo poco a poco risaliti / appena raggiunta la superficie, /
siamo stati trascinati a riva con violenza" dice Han Kang che è
la diciottesima donna a ricevere il Nobel per la Letteratura su
121 laureati in 117 premiazioni.
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