Gli ultracentenari hanno ormai sconfitto tumori e malattie cardiache, quelle più pericolose per i 'giovani' ottantenni, ma devono guardarsi dalle infezioni, che sono la principale causa di morte. Lo afferma uno studio del King's College di Londra pubblicato da Plos One, secondo cui gli over 100 hanno bisogno di un'assistenza personalizzata.
L'analisi si basa su circa 36mila certificati di morte di ultracentenari inglesi, che vedono al primo posto tra le cause di morte la 'vecchiaia', nel 26% dei casi, seguita dalla polmonite con il 20%. Tumori e malattie cardiache sono rispettivamente al 5 e al 9%, mentre tra 80 e 85 anni superano il 25 e il 20. ''Nelle persone molto anziane la replicazione cellulare è molto lenta, e i tumori non sono quindi pericolosi - spiega Giuseppe Paolisso, presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria -, inoltre sopra una certa età si superano gli effetti dei fattori di rischio cardiovascolari.
L'altra faccia della medaglia è che il sistema immunitario si indebolisce molto, aumentando il rischio di infezioni''.
Attualmente gli ultracentenari italiani sono circa 16mila, ma nel 2050 il numero potrebbe superare i 200mila. La categoria, spiega lo studio inglese, ha bisogno di cure personalizzate.
''Il centenario difficilmente può essere portato in ospedale - concorda Paolisso -. Deve essere curato a casa, senza sradicarlo da quelle abitudini indispensabili per mantenerlo in vita. Anche la terapia deve essere pesata, un po' come si fa per i bambini molto piccoli, tenendo conto del fatto che non si possono usare i dosaggi massimi perchè i rischi di effetti collaterali gravi, ad esempio ai reni nel caso di un antibiotico, possono superare i benefici''.