Viti montagne Valle d'Aosta sotto riflettori progetto Ue
cerca funghi "amici" pianta anti-parassiti e per salute ambiente
30 gennaio, 16:42 (ANSA) - BRUXELLES, 30 GEN - Viti montane della Valle d'Aosta
sotto i riflettori in una ricerca che punta sull'uso di
particolari funghi "amici" della pianta, per combattere i
parassiti, in sostituzione dei tradizionali pesticidi, a
vantaggio di vino e ambiente.
Lo studio Vit-Innova eè guidato dal Centro di ricerche, studi, salvaguardia, coordinamento e valorizzazione della cultura montana (Cervim) di Aymavilles, che su un budget complessivo di 189mila euro riceve un cofinanziamento dal Fondo europeo di sviluppo regionale di circa 133mila euro. "Il progetto, partito nel 2013, nasce assieme al centro di ricerca privato del CCS Aosta e si divide in due studi separati, che si avvalgono della collaborazione del Dipartimento di Biologia della Vita e dei Sistemi dell'Università di Torino e dell'Istituto agricolo regionale della Valle d'Aosta" spiega il direttore del Cervim, Gianluca Macchi.
"Uno dei due studi - racconta Macchi - esamina quali "consorzi di microbi" sono presenti nel terreno di alcune aree coltivate a Pinot nero, per vedere se sono in simbiosi con le radici, riprodurli in laboratorio e inocularli in quantità maggiore per testare la protezione della pianta contro eventuali parassiti". L'altro progetto studia invece un tipo di fungo già selezionato, per verificare l'effetto che ha sulla vite.
"Per le ricerche sul terreno sono state scelte tre zone: Saint Christophe, Saint Pierre e un'area presso l'istituto agricolo regionale nel centro di Aosta" afferma il direttore del Cervim. "L'obiettivo finale è quello di determinare se questi funghi hanno un effetto benefico sulla pianta, una vite tipica di montagna, per darle una maggiore resistenza alle malattie, impiegare meno pesticidi e avere un prodotto finale più sano e un ambiente meno contaminato da sostanze chimiche" conclude Macchi. (ANSA)
Lo studio Vit-Innova eè guidato dal Centro di ricerche, studi, salvaguardia, coordinamento e valorizzazione della cultura montana (Cervim) di Aymavilles, che su un budget complessivo di 189mila euro riceve un cofinanziamento dal Fondo europeo di sviluppo regionale di circa 133mila euro. "Il progetto, partito nel 2013, nasce assieme al centro di ricerca privato del CCS Aosta e si divide in due studi separati, che si avvalgono della collaborazione del Dipartimento di Biologia della Vita e dei Sistemi dell'Università di Torino e dell'Istituto agricolo regionale della Valle d'Aosta" spiega il direttore del Cervim, Gianluca Macchi.
"Uno dei due studi - racconta Macchi - esamina quali "consorzi di microbi" sono presenti nel terreno di alcune aree coltivate a Pinot nero, per vedere se sono in simbiosi con le radici, riprodurli in laboratorio e inocularli in quantità maggiore per testare la protezione della pianta contro eventuali parassiti". L'altro progetto studia invece un tipo di fungo già selezionato, per verificare l'effetto che ha sulla vite.
"Per le ricerche sul terreno sono state scelte tre zone: Saint Christophe, Saint Pierre e un'area presso l'istituto agricolo regionale nel centro di Aosta" afferma il direttore del Cervim. "L'obiettivo finale è quello di determinare se questi funghi hanno un effetto benefico sulla pianta, una vite tipica di montagna, per darle una maggiore resistenza alle malattie, impiegare meno pesticidi e avere un prodotto finale più sano e un ambiente meno contaminato da sostanze chimiche" conclude Macchi. (ANSA)