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L'inglese si impara in gelateria a New York e a Malibù

Grom partner di Wep per la formazione dei giovani italiani

26 febbraio, 12:50

TORINO - Il sogno americano in un cono gelato. E' l'esperienza che si aprirà per sei giovani italiani, che grazie alla collaborazione tra Wep - World Educational Program - e la gelateria Grom, potranno trascorrere tre mesi a New York o sulle spiagge di Malibù lavorando per le gelaterie italiane che hanno esportato il made in Italy nel mondo.
   Sarà Wep, organizzazione specializzata nella mobilità giovanile, a selezionare i candidati a cui verrà offerta questa opportunità e a occuparsi dell'inserimento lavorativo nelle gelaterie italiane. Per i partecipanti il programma ha un costo di 640 euro, a copertura delle spese di assistenza per il visto lavorativo, l'assicurazione sanitaria e il supporto durante la permanenza. Wep è in cerca di giovani tra i 19 e i 30 anni, motivati, che dimostrino una buona attitudine al lavoro, passione e curiosità verso le culture straniere.
   I ragazzi avranno uno stipendio di 9 euro l'ora a fronte di un impegno di 30-40 ore settimanali nei punti vendita di Grom. Ma l'esperienza umana è impagabile, come confermano tutti coloro che fino a oggi hanno preso parte al progetto, arrivato alla quinta edizione. "Mi sento cresciuto e arricchito come persona - racconta Stefano, 24 anni, studente universitario di Asti che ha potuto trascorrere 3 mesi nella Grande Mela - Ho imparato tantissimo, stretto nuove amicizie e il mio inglese ha fatto progressi difficilmente raggiungibili con qualsiasi altro programma. E' stata un'estate magnifica, che replicherei volentieri e che consiglierei a qualunque altro studente come esperienza di vita".
   L'entusiasmo è confermato anche dal datore di lavoro, partner di Wep in questa avventura: "Ci piace pensare alle nostre gelaterie come a delle piccole 'ambasciate' del gusto italiano nel mondo - spiega Federico Grom - e crediamo che l'esperienza dell''italianità' passi anche attraverso la passione dei ragazzi che, seppure per brevi periodi, supportano il nostro lavoro con curiosità nei confronti di una cultura diversa".
   Certo le difficoltà, almeno all'inizio, non mancano: "L'impatto con una clientela esclusivamente straniera è stato complicato, nei primi tempi - dice ancora Stefano -, ma lavorare in lingua è molto utile e posso dire che il mio inglese ha fatto passi da gigante. I clienti, inizialmente molto difficili da capire, sono diventati già comprensibilissimi dopo due settimane".

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